Siamo alla fine dell'anno, e come ogni anno, è tempo di tirare le somme, di fare i conti con ciò che siamo riusciti a realizzare e soprattutto, quello che non siamo riusciti a fare.
Quest'anno ho scelto di stare solo perché ho bisogno: ho bisogno di stare con me stesso, cosa che faccio di rado.
Quest'anno ho scelto di stare solo perché ho bisogno: ho bisogno di stare con me stesso, cosa che faccio di rado.
Solitamente mi prendo del tempo per me, all'inizio dell'anno,
questa volta sento la necessità di farlo ora, durante le feste di
Natale.
Sarà il clima, sarà il periodo, saranno le situazioni, non mi interessa...sarà che deve andare così.
Credo che non sia una scelta volontaria ma una conseguenza di eventi che mi hanno portato a prendermi, con urgenza, del tempo per me stesso perché mi stavo trascurando.
Ci sono tre cose importanti per me: Io, mio figlio, gli altri.
Io: è un po' difficile parlare di me, non so se raccontare del lavoratore, dell'imprenditore, del mio ruolo di padre, amico, compagno o semplicemente dell'essere umano, comune mortale, a volte complesso, altre volte ancora di più, ma anche sensibile, altruista, ottimista e sognatore.
Ogni anno mi programmo l'anno che deve venire.
Inizio dalle cose per me più importanti come i viaggi, i corsi di crescita personale, il lavoro e tutti quegli obiettivi che hanno a che fare con la mia missione di vita.
Quest'anno le cose sono cambiate. Inaspettatamente hanno preso un'altra direzione. Non so se buona o cattiva. Ancora ci devo riflettere su.
Mio figlio: è proprio "figlio mio". Devo ammettere che un po' lo riconosco da tutte quelle pippe mentali che si fa e che sono solito a fare anch'io.
Quest'anno anche lui sta cambiando, lo vedo più deciso, più sicuro, forse ancora non ha trovato la sua dimensione, ma è giusto così: per poter crescere si deve necessariamente soffrire e più si soffre, più si cresce.
È molto responsabile e non da colpe a
me o ad altri, delle sue esperienze, buone o cattive che siano.
Sono molto fiero di lui.
Poi ci sono gli Altri: Non ho voluto suddividere gli "altri" in amici, fidanzati, parenti, ma lasciarlo apposta così, generico.
Non è il grado di amicizia che influisce sulla
percezione che ho su loro, sui loro comportamenti, sulle loro emozioni,
ma è ciò che fanno.
Alcuni li vedi ridere e scherzare, ma dentro portano una sofferenza che è percepibile, anche se tentano inutilmente di nasconderla.
Parlano di cose, di oggetti, di persone, di fatti ma sudano emozioni, sofferenze, preoccupazioni, paure.
Si danno un ruolo per essere concreti, si identificano con qualcuno o qualcosa, si misurano, parlano di loro e dei loro progetti.
Hanno smesso di sognare e quando ci provano, solo illusioni e a volte delusioni.
Si costruiscono impalcature apparentemente solide ma fatte di cartapesta, che si bagnano alle prime lacrime, alle prime difficoltà.
Sembrano forti, cercano di non pensarci, ma poi basta un piccolo soffio di vento che li butta giù, che li scopre, mostrando tutta la loro debolezza e fragilità.
Purtroppo, sono proprio queste le persone che mi attirano, che cerco inconsciamente e di cui mi circondo.
A volte vorrei fare tanto per loro, mi offro, mi prodigo ma poi crollo anch'io mostrando tutti i miei punti deboli.
Ed eccomi qui, come ho detto prima, a lavorare su me stesso, su tutte quelle debolezze che non voglio più avere, su quei comportamenti che mi fanno star male e che per tanto tempo mi hanno fatto star male.
A riflettere, a capire cosa devo fare da ora in avanti, per cambiare.
È la Vigilia di Natale. Fuori tutti corrono impazziti a fare gli ultimi acquisti, e io sono qui, nel mio ufficio, scrivendo questo post e a lavorare su me stesso, per far sì che il 2018 sia l'anno migliore della mia vita, com'è sempre d'altronde.
E non smetto mai di sognare.
E come sempre, vi lascio una frase per chiudere questa mia riflessione.
"Forse c'è qualcosa di peggio dei sogni svaniti...
perdere la voglia di sognare ancora!"
-S. Freud-
Auguri di cuore a tutti e buon anno.