Come gestire le emozioni negative: rabbia, collera, gelosia, invidia...

Come gestire le emozioni negative: rabbia, collera, gelosia, invidia...

Le emozioni costituiscono la parte più imprevedibile e più spontanea di noi stessi. Siano esse positive o negative, ci accompagnano costantemente, dando colore ai nostri istanti.

Tuttavia, è assai frequente che le emozioni negative interferiscano sfavorevolmente nelle nostre relazioni con gli altri o nelle cose che facciamo, procurandoci malessere e disagio e, sebbene provarle sia del tutto normale, non è raro che quando ci si lascia assalire dalle emozioni come la rabbia, la collera, la gelosia o l'invidia ci si ritrovi poi a pentirsi e a vergognarsi di se stessi per aver pronunciato parole o compiuto azioni inopportune e sbagliate che a mente fredda avremmo sicuramente evitato.


Quante volte, in solitudine, ci siamo trovati a ripensare a episodi imbarazzanti del passato in cui ci hanno fatti arrabbiare, abbiamo dato di matto, fatto scenate di gelosia al fidanzato o alla fidanzata, o pensato, con una punta di meschinità, che una nostra conoscenza non meritasse tutto quello che possedeva?


E il nostro imbarazzo scaturisce proprio dal fatto che ci siamo resi conto che, la maggior parte delle volte, la nostra reazione rispetto a ciò che ci era accaduto è stata eccessiva. E quante volte ci siamo detti: “Se potessi tornare indietro reagirei diversamente e mi risparmierei un sacco di seccature”?

Purtroppo però, come scriveva Manzoni, “del senno di poi son piene le fosse”, perciò è inutile che continuiamo a tormentarci chiedendoci cosa avremmo potuto fare.

Il passato è passato, non possiamo fare nulla per cambiarlo, perciò riponiamolo in un angolo della nostra mente e limitiamoci a usarlo come promemoria per ricordarci quali sono le conseguenze di quando perdiamo il controllo. Piuttosto, iniziamo a domandarci cosa possiamo fare di concreto per evitare di farci assalire nuovamente dalle emozioni negative.

Sappiamo che sono parte di noi, una parte ineliminabile e insopprimibile, ma allo stesso tempo ci rendiamo conto che ci danneggiano: complicano la nostra vita di tutti i giorni, incrinano i nostri rapporti con le altre persone, ci fanno sentire turbati e amareggiati, addirittura ci procurano malessere a livello fisico. Non è dunque corretto affermare che siamo noi le prime vittime delle nostre emozioni negative?

Ciò è sufficiente a motivarci a cercare una maniera adeguata per gestirle. Ma come possiamo gestire queste emozioni che ci sembrano così diverse tra loro e che, quando ci assalgono, sembrano prendere il controllo di noi, dei nostri pensieri e delle nostre azioni?

Quando ci arrabbiamo o siamo collerici sentiamo che tutto e tutti sono contro di noi, quando siamo invidiosi di una persona proiettiamo verso quella persona la frustrazione di non possedere le sue stesse doti o le sue stesse fortune, quando siamo gelosi del nostro partner o dei nostri affetti risentiamo dello spostamento delle attenzioni da noi verso qualcun altro come se ci stessero togliendo qualcosa, e non fa alcuna differenza se le nostre emozioni sono realmente motivate oppure sono frutto delle nostre insicurezze, ci fanno stare male in ogni caso.

Le emozioni negative sono molteplici e gli episodi in cui si manifestano potenzialmente infiniti, però ogni volta ci sentiamo provocati, come se stessimo subendo un'ingiustizia o un torto. Qualunque sia l'episodio (o la persona) che ci ha fatto reagire in maniera negativa, esso costituisce soltanto un innesco dei sentimenti e delle sensazioni che albergavano già in noi. Non è il mondo esterno a inoculare negatività dentro di noi, ma siamo noi che reagiamo in un certo modo di fronte a circostanze che percepiamo come ostili.

Può sembrare una banalità e magari anche un'offesa verso i nostri stessi sentimenti affermare che a determinare il nostro stato d'animo non sono le cose che accadono fuori di noi e di cui magari non siamo minimamente responsabili, ma è opportuno che ci fermiamo a riflettere. Ripeschiamo dall'angolino della nostra mente in cui le avevamo relegate le vicende spiacevoli che in passato hanno tirato fuori il peggio di noi. Se a posteriori ci siamo detti che avremmo potuto comportarci diversamente, e se riteniamo che sia davvero importante imparare a gestire le emozioni negative, vuol dire che, nel nostro piccolo, sentiamo che c'è un'alternativa a come abbiamo finora sempre fatto.

Dobbiamo anzitutto essere realisti e pragmatici: rendiamoci conto che non possiamo far nulla per evitare quelle situazioni che suscitano in noi emozioni negative. Anche se cerchiamo di evitare le persone e le situazioni che ci generano frustrazione, ne troveremo sempre di nuove. Allora è più sensato mettere noi stessi in condizione di fronteggiare ciò che la vita ci riserva, di riappropriarci delle nostre sensazioni e volizioni. Ma come?

Ognuno di noi è unico e ha le sue intime fragilità, che sono incomparabili con quelle di tutti gli altri. Per cui concentriamoci su noi stessi. Portiamo alla mente quelle dinamiche che ci rendono arrabbiati, collerici, gelosi e invidiosi. È sgradevole, vero?

Certo, perché finora abbiamo caricato quelle dinamiche del malessere, della tensione, dell'umiliazione e il del disagio che ci hanno arrecato.

Però non sono là, fuori di noi, che ci minacciano: sono nella nostra mente e siamo noi a decidere quale valore conferirgli. Per quanto certe cose che la vita ci riserva possano essere frustranti, irritanti, fastidiose e addirittura dolorose, siamo noi a decidere quanto permettere loro di condizionarci. Ricordiamoci sempre che la nostra vita non è riducibile a quella cosa che ci ha fatto arrabbiare o a quella persona a cui fila sempre tutto liscio mentre noi non siamo altrettanto fortunati o, ancora, alla nostra gelosia verso il partner o gli amici.

Quando siamo arrabbiati, frustrati, invidiosi e negativi focalizziamoci sulla straordinaria varietà di cose positive che la vita quotidianamente ci riserva.

E non diciamoci che non è vero che “non ce ne va mai bene una”, perché se così fosse, se davvero la nostra vita fosse un susseguirsi di ore terribili e dolorose, non baderemmo certo a quelle cose che tanto ci fanno arrabbiare, al comportamento del partner che ci fa sentire gelosi o alla persona che dalla vita ha avuto più di noi.

Anche restando sempre concentrati su noi stessi continuiamo a ritenere che le cose che suscitano in noi emozioni negative siano comunque effettivamente e oggettivamente gravi? Va bene, ammesso pure che lo siano, chiediamoci: sono cose da cui la nostra intera vita dipende? Sono essenziali al proseguimento della nostra esistenza? No, saranno gravi, magari gravissime, ma non vitali.

E se la nostra vita non può essere ridotta a ciò che ci fa provare emozioni negative vuol dire solo una cosa: che siamo noi a controllare loro e non il contrario. Impariamo a ridimensionare le esperienze negative, prendiamole per quelle che sono: piccole nuvole grigie che ogni tanto compaiono di passaggio nell'immenso azzurro del cielo della nostra vita, per poi scomparire.

Domandiamoci se qualcosa di sgradevole e seccante meriti davvero il nostro tempo, le nostre energie e gli sforzi che dovremo fare per porre rimedio alle azioni che compiamo quando siamo in preda alla rabbia, alla gelosia, all'invidia e alla collera.

Se la risposta è “no”, se sapremo convincerci che le cose negative che ci succedono non meritano l'investimento emotivo che finora abbiamo sempre fatto, allora siamo sulla buona strada per riappropriarci della nostra serenità.

-Sara Garau-