Intelligenza emotiva a lavoro: il grande segreto del successo

Intelligenza emotiva BLOG P.Carlini 2018




“Essendo specializzato in matematica, credevo che tutto fosse uguale alla somma delle sue parti, finché non ho cominciato a lavorare con le squadre.


Poi, quando divenni allenatore, capii che il tutto non è mai la somma delle sue parti – è maggiore o minore, a seconda di come riescono a collaborare i suoi membri”. 


Così ha spiegato Chuck Noll, ex allenatore dei Pittsburgh Steelers della Lega professionistica di football americano (NFL).

Una squadra, sportiva o lavorativa, non è la somma algebrica dei suoi componenti: è qualcosa di più o di meno, dipende da come si mescolano e si relazionano i suoi protagonisti. 


Cosa potrà mai conseguire una azienda con collaboratori molto preparati ma che non collaborano tra di loro?

Che clima si respirerà in un’azienda piena di competizione negativa?

Quale crescita ci potrà essere per un gruppo e per i singoli all’interno di una squadra di lavoro in cui non si comunica francamente?


Nulla di buono può nascere da un’azienda, da un organismo che non ha armonia tra i suoi componenti.

E’ necessario sviluppare una qualità che dovrebbe far parte di ogni individuo: l’intelligenza emotiva.

Non è da confondere con l’intelligenza a livello cognitivo, che viene solitamente misurata, con test più o meno credibili, con il QI (quoziente intellettivo).

L’intelligenza emotiva affonda le sue radici da tutt'altra parte, ma non è per questo meno necessaria della più popolare intelligenza cognitiva.

Un esempio?
Mettiamo caso che abbiate un’azienda e vogliate assumere un nuovo dipendente.


Si presenta un candidato che è estremamente intelligente, colto, brillante, conosce 5 lingue, estremamente preparato per il ruolo che ha da ricoprire, però è arrogante e perde la pazienza con facilità, facendo scene di rabbia sul posto di lavoro...litiga continuamente con i colleghi.

Lo assumereste? Non credo.

Ecco cosa è l’intelligenza emotiva ovvero la capacità di gestire le proprie emozioni e le relazioni con gli altri.

Sono due sfere piuttosto distinte ma complementari: quella che si occupa della gestione interiore delle proprie emozioni e quella che invece si occupa delle connessioni con gli altri e con il mondo esterno.
Queste due sfere si completano perché se una persona non sa gestire le proprie emozioni difficilmente saprà impostare relazioni sane!

Così come una persona che non sa gestire le relazioni con gli altri, molto probabilmente avrà difficoltà a governare le proprie emozioni e paure.

Si possono identificare diverse capacità che vanno a formare quella che chiamiamo intelligenza emotiva: la capacità di saper trovare stimoli dentro di sé, e di continuare a cercare di arrivare agli obiettivi seppure ci si senta frustrati; la capacità di saper gestire i propri stati d’animo evitando che questi ci offuschino la mente rallentando le nostre capacità di pensiero; la capacità di capire gli altri e di mantenere sempre un atteggiamento positivo; la capacità di mantenere il controllo dei propri impulsi, rimandando le gratificazioni.

Dopo aver capito quale importanza ricopra l’intelligenza emotiva nella sfera lavorativa, e non solo, proviamo a capire come è possibile migliorarla.

Innanzitutto, per quanto riguarda la sfera interiore e personale, deve essere sviluppata lavorando sulla consapevolezza di sé...bisogna dare un nome a tutte le emozioni che ci attraversano, senza scuse né bugie.

La rabbia deve essere considerata rabbia, così come la paura deve essere trattata come paura.

Riconoscendo le proprie emozioni si arriva anche a capire quale sono le vere origini di ognuna di esse: ad esempio, dietro la rabbia spesso c’è la paura o la delusione.



Conoscendosi meglio si comincia ad avere anche un ritratto di sé più maturo e realistico, e questo fa aumentare da una parte la stima di sé e dall'altra la stima degli altri, in particolare di quelle persone che riescono a sopperire ai limiti che ognuno dovrebbe imparare a riconoscersi.

Bisogna poi lavorare sulla padronanza di sé, ovvero sull'autocontrollo e sulla capacità di dominare le emozioni.

Ma attenzione! Questo non vuol dire nascondere le emozioni o soffocarle perché sarebbe un errore enorme!

Vuol dire saperle gestire: tutte le emozioni hanno diritto di esistere e non abbiamo delle responsabilità particolari per il fatto di provarle, ma abbiamo grandi responsabilità sul modo con cui decidiamo di esprimerle!

Può essere giusto provare rabbia per un torto subito, ma dare un pugno in faccia al collega non è certamente la maniera giusta di esprimerla.

Quante volte anche la persona più intelligente agisce in modo estremamente stupido? Perché non ha padronanza di sé e delle proprie emozioni!

Una delle caratteristiche emotive più importanti per migliorare la conoscenza di sé è la motivazione: la motivazione interiore è il motore di tutto e bisogna alimentarlo continuamente...bisogna scegliersi obiettivi stimolanti ed ambire a risultati sempre più gratificanti.

Sarà la motivazione a darvi energia quando sarete bloccati da guai burocratici, da ostacoli vari o da errori commessi!

Atteggiamento positivo e propositivo sempre!

Se si fanno questi cambiamenti, e si entra in contatto con i propri sentimenti, è ovvio che ci sarà più facile anche entrare in contatto con i sentimenti altrui, perché capiremo quello che provano: si chiama empatia.

Se non si sviluppa questa caratteristica, lavorare in squadra diventa impossibile e non possiamo decidere noi come devono sentirsi gli altri e come devono gestire le loro emozioni!

Dobbiamo ascoltare e capire gli stati d’animo altrui, e possiamo criticare la maniera in cui i loro sentimenti vengono espressi ma non certo discutere i loro sentimenti in quanto tali!

Come abbiamo detto sopra non ci sono sentimenti sbagliati, ci sono soltanto maniere sbagliate di esprimerli.

La diversità di approccio, di pensiero, di valutazione… è una ricchezza: avere un collega che ha modi diversi di approcciarsi ai problemi è spesso una soluzione proprio nei momenti di difficoltà proprio perchè la diversità è una ricchezza ed un’opportunità.

Il collante indispensabile per riuscire ad unire tutte queste qualità indispensabili per formare una vera squadra e per diventare davvero intelligenti emotivamente, è solo uno: la comunicazione!

Se non impariamo a comunicare con gli altri e con noi stessi, come possiamo riuscire a prendere il controllo delle nostre emozioni e delle nostre relazioni?

Se non sappiamo comunicare con i nostri colleghi, come potremo raggiungere grossi risultati nel lavoro di squadra?


Il primo punto nella costruzione di una squadra è sviluppare la comunicazione interna al gruppo e la comunicazione che ogni individuo ha con sé stesso.

Un gruppo di persone che si confronta sa criticarsi in maniera costruttiva al suo interno, riesce a trovare soluzioni condivise, a fare compromessi, a gestire le tensioni e le emozioni: non è più la somma algebrica dei suoi componenti, come diceva Chuck Noll, ma diventa un’altra entità.

Migliore. Più forte.

Non perdetevi gli articoli sui segreti della comunicazione che pubblicheremo della prossima settimana!