L'importanza dell'autoironia nell'adolescenza...e non solo!

Autoironia P.Carlini BLOG 2018

Vi ricordate l’adolescenza? Erano bei tempi!

In realtà, siamo affezionati a quei ricordi non perché fossero giorni particolarmente felici ma perché eravamo semplicemente più giovani.

A dire il vero l’adolescenza non è per niente un bel periodo ed in certi casi è un inferno...è un passaggio molto importante della crescita degli individui e, come in ogni fase importante, la situazione è spesso critica, al limite.

E’ un momento di trasformazione totale!

Proprio come il bruco che diventa farfalla, in quel periodo il bambino diventa uomo: cambia l’aspetto fisico, cambia la sessualità, cambia il nostro cervello, cambiano i rapporti con gli altri, cambia anche la nostra sfera emotiva.




Improvvisamente scopriamo l’altro sesso e i giudizi degli altri diventano fondamentali: si cresce con il terrore di essere sbagliati, poco adatti, incapaci… Per questo gli adolescenti spesso sono superficiali e dedicano tutte le loro energie a cercare di migliorare negli aspetti più legati all'apparire, all'esibirsi, al sentirsi maggiormente uniformati.

Si ha il terrore di essere diversi!

E’ proprio in quel periodo che si gettano le basi della propria personalità e spesso, purtroppo, l’adolescenza è anche il periodo in cui affondano le radici i disturbi della personalità che poi accompagnano il ragazzo fino alla tarda età.

Le insicurezze non risolte in quel periodo, possono diventare un vero problema anche per l’adulto.

C’è però una caratteristica che può davvero aiutare i ragazzi ad uscire da quel travagliato periodo con maggiore facilità: l’autoironia!

L'autoironia è una capacità che tutti dovremmo sviluppare perché ci consente di vivere meglio con noi stessi.

L’ossessione tipica dei nostri giorni è l’inseguimento continuo della perfezione: come se fosse possibile...continuiamo ad alzare i nostri standard, ad esigere da noi stessi performance di alto livello, e a inseguire modelli che il mondo ci propone in gran quantità, troppo perfetti e fasulli.

Il fallimento non è ammesso e l’errore è una tragedia...Il difetto è da nascondere, provandone vergogna.

Il mondo di noi adulti segue queste regole, questi standard, queste pazzesche convinzioni, esattamente come nel mondo degli adolescenti!

A differenza degli adulti, i ragazzi e le ragazze che vivono quell'età non hanno nemmeno gli strumenti per difendersi e le loro regole sociali sono anche più violente e primitive delle nostre.

Si pensi ai fenomeni come il bullismo e il cyber bullismo: i giovani dovrebbero essere spronati a non ascoltare i messaggi folli di ricerca della perfezione che la società lascia che si diffondano con tanta facilità.

Cari ragazzi, l’errore è ammesso, anzi se ci guardate dentro con attenzione ci troverete una fonte immensa di insegnamenti: il difetto può diventare una caratteristica, una personalizzazione per distinguervi....il fallimento è un’occasione per cominciare tutto daccapo.

E poi c’è il lato comico della vita!

Insegniamo ai nostri giovani a ridere di sé stessi, che non c’è nulla di male, impariamo l’arte dell’autoironia: saper ridere per primi di sé stessi ci evita di vivere drammi emotivi.

Se riesci a ridere prima degli altri dei tuoi stessi errori, risulterai più umano, troverai comprensione da parte degli altri e rivelerai tutta la tua simpatia!

Quanta vita sprecata ad essere troppo timidi, a non osare per il timore di fallire, a non tentare per non fare errori… dobbiamo accettare il fatto che si può sbagliare e, una volta sbagliato, ci si può ridere sopra per poi tentare un’altra volta perchè una bella risata alleggerisce la tensione, migliora le nostre condizioni mentali e fisiche.


Con l'autoironia sarà più facile riuscire nei nostri intenti, dopo una bella risata su noi stessi: se una persona non sa ridere di sé stesso e si prende troppo sul serio, non sarà mai una buona compagnia e avrà un sacco di problemi nelle relazioni interpersonali.

E’ ovvio che una persona che punta continuamente alla perfezione, che esige da sé stesso sempre grandi performance, pretenda che anche gli altri siano sempre in perenne ricerca del perfezionismo ed esige standard altissimi da sé stesso, figuriamoci dagli altri!

Vive l’errore come un dramma, una vergogna.

Come può essere felice una persona del genere?

E, soprattutto, come si può essere felici accanto ad una persona con un tratto così negativo?


Questo non vuol certo dire che l’essere scrupolosi e rigorosi nei propri compiti sia un male di per sé: l’essere precisi e capaci non è certo un tratto da scoraggiare, fino a quando non diventa una tendenza comportamentale che irrigidisce e che impedisce al soggetto di vivere appieno la sua vita.

E’ necessario imparare ad affrontare anche gli imprevisti...non è possibile organizzare tutto perché, che lo si ammetta oppure no, non possiamo controllare tutto e gli errori sono una fonte d’insegnamento e chi non sbaglia non cresce!

Volere a tutti i costi dare un’immagine di sé infallibile è una problematica che può diventare seria, oltre che una bugia perché nessuno è infallibile!

Bisogna saper ridere di noi stessi e dei nostri difetti, bisogna fare dell'autoironia un'arma vincente.

Ad esempio, se si è talmente bassi da non riuscire a farsi un “selfie” allo specchio riprendendo tutto il viso, scattiamo lo stesso quella foto e non corriamo in un’altra stanza a prendere qualcosa su cui salire.

No! Scattiamo la foto con solo la parte alta della nostra testa riflessa nello specchio...è’ divertente, ci rende simpatici e deve farci ridere!

Cerchiamo di essere quello che siamo con disinvoltura e ridiamo dei nostri difetti!

Cerchiamo di avere un approccio alla vita un po’ più leggero: chi riesce a ridere di sé stesso dimostra una maturità superiore perché è libero dai giudizi altrui.

Una persona con autoironia non coltiva l’ego, ma sa relazionarsi con gli altri su una base d’umanità molto forte.

Cerchiamo dunque di sostituire le nostre azioni interiori, di cambiare le nostre reazioni automatiche: invece di arrabbiarci o infastidirci perché un amico ha riso di un nostro errore, cerchiamo di vedere dall'esterno la situazione, di trovarne il lato comico e unirci alla risata dell’amico.
Sarà un bel momento da condividere assieme.

Questo non vuol dire di forzare la risata, di simularla. No! E’ necessario davvero fermare la permalosità o l’imbarazzo e cercare il lato comico, il lato leggero di sé stessi dal momento che ridere fa bene! 

“Beato chi sa ridere di se stesso, perché non finirà mai di divertirsi”

Così ha detto Sant’Agostino.

Vi rimandiamo agli articoli della prossima settimana che affronteranno temi piuttosto affini a questo.