Il tabù dell'iperattività negli adulti: riconoscere l'ADHD


L'iperattività, specie negli adulti, è qualcosa di cui non è facile tratteggiare i contorni ed i limiti: dove inizia il sintomo disfunzionale e dove finisce il tratto caratteriale?

Una persona energica, disorganizzata, un pò inconcludente, che passa da un progetto all'altro continuamente, è afflitta da Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività?

No, non sempre: i ritmi della vita odierna, e la tecnologia che ci accompagna, non aiutano certo a migliorare le nostre capacità di attenzione e di gestione delle emozioni. 

Il concetto stesso di “multitasking”, ovvero portare avanti più cose contemporaneamente, è diventato la regola e non l’eccezione. 

Mentre si cerca tra gli scaffali di un supermercato un determinato prodotto, siamo in grado di controllare la posta elettronica sul tablet, e magari approfittiamo per chiamare telefonicamente il dentista per spostare l’appuntamento al pomeriggio. 

Tutto molto bello e comodo ma nel frattempo ci si accorge di aver lasciato il proprio figlio seduto sul carrello abbandonato in un altro corridoio. 

Quante volte abbiamo assistito o partecipato direttamente a scene come queste?

La tecnologia ci aiuta e ci velocizza ma ci spinge ai limiti della nostra consapevolezza e della nostra attenzione. 
Essere un po’ distratti e confusionari è ben altra questione che essere affetti da ADHD, così chiamano gli esperti il disturbo da Deficit di attenzione/iperattività

Si parla spesso di questo genere di disturbo in merito ai bambini ma si omette che non riguarda solo i più piccoli. Anche gli adulti sono colpiti da questo disagio. Un bambino che ha avuto il disturbo da iperattività, molto probabilmente, si porterà il fardello anche da adulto; così come spesso capita che i figli di un genitore con ADHD mostrino lo stesso tipo di disturbo del padre/madre. 

MA CHE COSA E' L'ADHD IN PAROLE POVERE?

Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività, è un disturbo evolutivo dell’autocontrollo. Nel quadro tipico emergono difficoltà di attenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi e del livello di attività. 
I problemi derivano dall'incapacità del soggetto di controllare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da portare a termine e delle richieste dell’ambiente. 

Sia ben chiaro che stiamo parlando di un quadro molto diverso rispetto a quello di un bambino vivace, o soltanto maleducato. 

Dicevamo però che il disturbo da iperattività si riscontra anche negli adulti, e non è così poco comune. Uno studio di qualche anno fa ha elencato una serie di criteri per riconoscere i soggetti potenzialmente afflitti da questo tipo di problematica: 

- Iperattività motoria persistente dalla fanciullezza;
- Deficit d’attenzione persistente dalla fanciullezza;
- Labilità affettiva;
- Incapacità a portare a termine compiti ed impegni;
- Temperamento eccitabile ed esplosivo;
- Relazioni interpersonali scadenti o incapacità a mantenere relazioni nel tempo;
- Impulsività;
- Insofferenza allo stress.

E’ necessario che nell'individuo in questione si riscontrino almeno quattro delle otto caratteristiche qui sopra riportate e che una di esse sia presente in maniera importante e decisiva. 
E’ bene precisare e sottolineare, prima che delle frettolose diagnosi siano eseguite durante la lettura di questo stesso articolo, che parliamo di disturbi in grado di condizionare notevolmente la vita di una persona: gli effetti sopra riportati devono raggiungere un grado di consistenza tali da compromettere le relazioni e funzioni sociali, lavorative o accademiche. 

Rilevare l’iperattività negli adulti non è molto semplice anche perché chi presenta i segni di questa patologia ricerca situazioni lavorative adatte al proprio disturbo. 

Lavori e mestieri che gli permettano di essere attivi quanto basta e si circondano, ovviamente, di persone in grado di sopportare il loro grado di attività. 


Ma l’adulto con questo tipo di disturbo fatica a concentrarsi su una sola questione alla volta e riesce a distrarsi continuamente sia con stimoli esterni, spostando l’attenzione su cose, suoni, persone… sia con stimoli interni, ovvero saltando da un pensiero all'altro come una scimmia passa da un ramo all'altro. 

La tipica vita di un adulto con patologia di iperattività è piena di azioni incomplete, di progetti abbandonati, di attività non portate a termine. 
La disorganizzazione è sì un tratto caratteristico di chi riscontra questo tipo di disturbo ma non tutte le persone disorganizzate hanno l’ADHD

E’ bene ribadire che gli effetti negativi sulla vita del soggetto devono essere evidenti per poter supporre la presenza di un disturbo da deficit di attenzione/iperattività

Questo tipo di patologia, una volta riscontrata in un adulto, può essere trattata a diversi livelli. Innanzitutto esistono farmaci specifici che hanno un’efficacia dimostrata, ma il farmaco non è tutto come sempre: è’ necessario accompagnare il percorso farmacologico con degli interventi educativi, 
sociali e psicologici. 

Possono essere d’aiuto dei counseling individuali, ovvero percorsi in cui un esperto aiuti i soggetti a comprendere meglio il proprio passato, a ripensare ai loro successi e fallimenti, a rivalutare la propria immagine… tutta una serie di profonde analisi che porteranno la persona a progettare un nuovo futuro e a comprendere al meglio il proprio presente. 

Potrebbe essere d’aiuto, anche, seguire un percorso con dei gruppi di sostegno in cui gli adulti possano confrontarsi con argomenti riguardanti le relazioni, i problemi di lavoro, l’autostima… tutto all'interno di un gruppo in cui tutti conoscono alla perfezione, l’ADHD

Considerato che alcuni adulti con questo tipo di problematica sviluppano, in particolare, delle difficoltà nelle relazioni sociali e a livello affettivo, può essere utile una terapia di coppia e di famiglia. 

I disagi derivanti dall’ADHD si ripercuotono sulla serenità famigliare e non è sempre facile stare accanto ad un soggetto che soffre di questo disturbo da iperattività. Per questo, in certi casi, è consigliabile affidarsi ad una terapia famigliare, in modo che si possano sviscerare tutte le sfaccettature di questa condizione particolare. 

I modelli di relazione all'interno della famiglia, durante il corso di questo tipo di terapia, verranno approfonditi in modo da fornire utili strumenti ad ogni componente. 

In buona sostanza, questo tipo di disturbo va riconosciuto, va trattato, spiegato e armonizzato con tutto il resto. L’ADHD non può diventare un tabù, specie negli adulti. Le difficoltà di apprendimento, di relazione sociale, di gestione delle emozioni, di relazione all'interno degli ambienti lavorativi e di gestione dell’intimità, sono problemi davvero forti ed invalidanti e non si può sottovalutarli o sminuirli. 

Le soluzioni all'iperattività ci sono e sono alla portata di tutti. 

Serve soprattutto informarsi, capire, riconoscere il problema e affidarsi a degli esperti che sapranno indicare i percorsi migliori per far sì che la vita torni ad essere funzionale e sorridente.