La fiducia: di cosa parliamo e come usarla?

La fiducia P. Carlini BLOG 2018

"E’ soltanto una questione di fiducia!".

Quante volte sentiamo espressioni simili?


La fiducia è un argomento centrale nelle relazioni umane: come posso essere autentico in un rapporto romantico senza avere fiducia nel partner? Impossibile!

Come potrei aprire un’attività con un socio di cui non mi fido?

A che servirebbe farmi visitare da un medico sulle cui capacità non ho alcuna fiducia?


«Chi fa credenza senza pegno, perde l’amico, la roba e l’ingegno», così diceva Giovanni Verga nei Malavoglia. 


Fidarsi o non fidarsi?

Intanto cerchiamo di capire come funziona il meccanismo della fiducia perché sì, esiste un meccanismo inconscio della fiducia: è un sistema di cose che a noi rimane sconosciuto ma che applichiamo con costanza.

Prenderne coscienza è l’inizio per imparare a gestire la fiducia in maniera più adeguata.

Il sistema con cui decidiamo di concedere la nostra fiducia non può essere un tabù e tutto inizia con un pregiudizio inconscio.

Non vi spaventate, “pregiudizio inconscio” non è una di quelle espressioni che vi deve fare alzare gli occhi al cielo sbuffando, perché vi aspetta una noiosissima serie di termini psicologici!...Assolutamente no!

Il “pregiudizio inconscio” è una sorta di scorciatoia che il nostro cervello prende quando prende certe decisioni. Ad esempio: poniamo il caso che nelle vostre passeggiate quotidiane avete l’abitudine di passare per una strada in cui c’è una pizzeria sempre vuota; il giorno in cui avrete una gran voglia di pizza, il vostro cervello quasi automaticamente vi spingerà a camminare ancora un po’ e ad arrivare alla prossima pizzeria.

Perché? Questione di fiducia!

Facciamo dei veri e propri salti mentali che ci portano a conclusioni e decisioni rapidissime, tanto rapide che nemmeno ce ne accorgiamo.

Nell’esempio riportato poco sopra potremmo sintetizzare così il salto mentale: pizzeria vuota = pizza pessima.

Ci possono essere un milione di ragioni perché in quella pizzeria non vediamo mai clienti: potrebbe essere un’attività aperta da poco e che non ha ancora una clientela, oppure il titolare potrebbe essere incapace di gestirla a livello commerciale ma fare tuttavia una buona pizza, o ancora potrebbe essere un orario poco adatto per quell’attività, magari se ripassaste dopo due ore trovereste diversi clienti… le ragioni possono essere davvero tante. Ma al vostro cervello non interessa: pizzeria vuota = pizza pessima.

Questo meccanismo che ci governa non può rimanere nascosto perché noi tutti vogliamo essere guidati dalla nostra volontà e non da meccanismi inconsci.

La questione è molto seria perché lavora su l’importantissima e delicata sfera della fiducia: non è solo una questione di pizza poiché molte ricerche in questo ambito hanno dimostrato che anche nei campi lavorativi si tende ad applicare questo tipo di meccanismo.

Spesso si dà fiducia a chi dimostra di avere capacità nel parlare di un determinato argomento, non perché dimostri con i fatti di esserne un esperto ma solo perché ne sa parlare:

Facciamo un esempio per chiarire meglio: ad un ipotetico colloquio di lavoro, mettiamo caso per assumere un nuovo operaio, ci sentiremo ispirare fiducia da quel candidato che ci sa parlare delle mansioni che andrà a svolgere e di sé stesso in maniera molto precisa.

La nostra fiducia quindi non si baserà sul vedere come lavora ma sul sentire come racconta il suo lavoro, se usa le parole giuste, se utilizza i termini tecnici appropriati e ha un buon modo di porsi, saremo pronti a dargli l’impiego!

Dopo averlo assunto, potremmo scoprire però che conosce davvero i termini tecnici ma poi non sa applicare le nozioni alla pratica o che è disordinato e arrogante sul posto di lavoro ed ecco perché è importante prendere atto di questi salti che la nostra mente fa, passando a conclusioni un po’ affrettate.

Dare troppa importanza alle informazioni sbagliate è pericoloso: le parole sono importanti ma davvero possiamo assumere una persona in base a quello che ci dice di sé, a come sa presentarsi?

Solitamente sì!

Ma c’è un altro meccanismo, molto sottile, che vogliamo mettervi sotto al naso ed è davvero un aspetto raffinato che sfugge alla maggior parte delle persone: quando qualcuno vi parla di sé e voi decidete di dargli fiducia, facendo il famoso salto mentale, il pregiudizio inconscio che ha condizionato questa scelta non dice molto sulla persona che vi ha convinto, ma dice moltissimo su di voi.

In sostanza, le persone che riescono a convincervi sono una specie di specchio per voi: potrete vederci non sono soltanto quello che secondo voi è meritevole di fiducia, ma anche voi stessi ed una volta presa coscienza di questi meccanismi inconsci, possiamo allenarci a tenerli sott'occhio.

Dobbiamo imparare a dare fiducia a quelli che davvero meritano la fiducia per le loro capacità, per la loro essenza, per la loro personalità e non per le chiacchiere, per i modi e per le impressioni!.

A volte può capitare di fidarvi di un partner perché vi ricorda, nei modi, qualcun altro che vi è stato molto caro, oppure potete accordare fiducia ad una amica perché è estremamente simpatica, od ancora dare credito ad un tecnico perché ha l’aria seriosa ed è ben vestito.

Ma adesso che conosciamo il meccanismo possiamo evitare di cascare in queste trappole e dobbiamo solo fare un passo indietro.

Quando abbiamo davanti l’amica simpatica, dobbiamo ricordarci che essere simpatici non vuol dire essere anche onesti, corretti e meritevoli di fiducia....è simpatica, ha il dono dell’ironia, ha un carattere solare, tutte cose molto belle ma non c’entrano con la fiducia.

Così come, il tecnico che ha proprio la faccia da tecnico non è detto che sia un buon tecnico: deve saper fare il proprio lavoro, non avere la giusta presenza fisica!

Quando siamo davanti a decisioni importanti in merito alla fiducia dovremmo interrogarci con domande del tipo: “E’ davvero meritevole di fiducia o mi sto facendo condizionare da qualcosa?”, “Mi ha dimostrato quello che dice?”, “Sta parlando di quello che gli ho chiesto o sta cercando di girarci attorno?”.

Senza dimenticare che è sempre una operazione intelligente fare opera di umiltà e andare a chiedere a qualcuno che conosce il soggetto e di cui magari già ci fidiamo: “Dici che faccio bene a fidarmi?”.

Non che l’opinione degli altri possa condizionarvi più di tanto ma è un altro punto da tenere in considerazione dal momento che più informazioni si hanno e meglio è.

Quando si prendono le scorciatoie è vero che si fa prima, ma a volte si finisce da tutt'altra parte.

Così, quando il nostro cervello comincia a fare dei collegamenti rapidi e dei balzi troppo avanti, ci troviamo ad avere rimpianti.

La fiducia è una cosa molto seria ed è determinante nei rapporti umani: sia a lavoro, con gli amici, in famiglia, nei rapporti romantici... Impariamo a concederla con cura ed intelligenza e ci risparmieremo delusioni e fastidi.

Non perdetevi i prossimi articoli sugli altri meccanismi mentali che mettiamo in moto senza nemmeno accorgercene.